In attesa di vederla al cinema, incarnata da Angelina Jolie,
Kay Scarpetta arriva alla ventesima avventura letteraria.
La celebre anatomopatologa forense torna con l'ennesimo caso.
Kay Scarpetta arriva alla ventesima avventura letteraria.
La celebre anatomopatologa forense torna con l'ennesimo caso.
A febbraio esce LETTO DI OSSA, l’ultima fatica di Patricia Cornwell, ma…
“Kay Scarpetta non andrà in pensione” Parola di Patsy Cornwell!
Passione per la scienza e introspezione psicologica sono i punti di forza
della serie gialla. Ma ecco svelati per la prima volta i segreti della Cornwell,
i passi falsi di una travagliata carriera e le strane alchimie della sua
officina di scrittura.
Febbraio si preannuncia un
mese assai intenso per le novità di grandi scrittori stranieri: John Grisham, The raketeer; Lee Child, Una ragione per morire; Manuel Vasquez
Montalban, La bella di Buenos Aires;
Don Winslow, Morte e vita di Bobby Z;
Alicia Gimenez Bartlett, Nessuno deve
sapere; Jo Nesbo, Il cacciatore di
teste. Tra i gialli e i thriller di prossimo arrivo spicca Letto d’ossa (Mondadori, 18 euro) che
segna il ritorno di Patricia Cornwell alla sua eroina letteraria Scarpetta.
Proclamata da più parti la “regina del giallo”, la
Cornwell ha tenuto i suoi lettori col fiato sospeso e ha venduto più di 100
milioni di copie in tutto il mondo.
Oggi la scrittrice è diventata una macchina per fare
soldi, è a capo della Cornwell Enterprise, ha un esercito di collaboratori e
ogni natale che dio mandi in terra sforna un libro destinato a entrare nella
classifica statunitense.
Ma chi c’è dietro questa implacabile “officina” di
gialli?
BIOGRAFIA ED ESORDI
Abbandonata dal padre, allevata
da una madre emotivamente fragile, Patricia viene data in affidamento a una
coppia di coniugi protestanti. Soffre di anoressia e al college si infatua del
professore, che poi sposa. Ha sbalzi d’umore e disturbi bipolari. Intraprende
la carriera giornalistica e scrive articoli di cronaca nera. E’ assunta come
redattore tecnico, e poi come analista informatico, presso l’ufficio di
medicina legale della Virginia. I suoi primi tentativi di pubblicare gialli con
un protagonista maschile vengono rifiutati. L’agente letterario le suggerisce
di riportare le sue esperienze quotidiane all’obitorio. All’istituto di
medicina Patricia conosce la dottoressa Marcella Fierro. Si ispira a lei per la
sua eroina, Kay Scarpetta, e deve alla frequentazione del medico legale di
Richmond le conoscenze che le serviranno per il suo esordio. Dopo altri rifiuti
editoriali, riesce a pubblicare nel ‘90 Postmortem in cui trova
cittadinanza artistica un anatomopatologo, e per giunta donna. Kay Scarpetta è
una emancipata professionista che alterna il camice delle autopsie a vestitini
intonati con la sua chioma bionda. Per la storia del poliziesco è una
rivoluzione. Non c’era mai stata prima di allora attenzione all’aspetto
tecnico e scientifico della detection e non aveva mai trovato posto in un
libro un’eroina così sicura di sé e che si abbandona a divagazioni
personali e riflessioni sul mondo maschile e sui rapporti umani. La narrazione
è in prima persona e rende ancora più plastico il punto di vista della donna,
io narrante e decisivo fulcro della vicenda.
LA MODA DELLA
SCIENTIFICA
Da quel momento ci sarà tutta una fioritura forse anche eccessiva di
medici legali in gonnella (dalla Temple di Katy Reichs alla Allevi di
Alessia Gazzola) e un interesse per
l’investigazione scientifica che non ha precedenti. La fortuna letteraria
di Scarpetta influenza anche l’universo delle serie televisive e dalla fine
degli anni ’90 serie come CSI – Scena del crimine e poi Csi Miami
e Csi New York prendono spunto dall’universo della Cornwell. Il credo di
Gil Grissom è che la scienza non sbaglia e bisogna estraniarsi dal fattore
umano per risolvere un caso. Nasce la convinzione che un criminale lasci sempre
una traccia biologica e la Scientifica sia in grado di raccogliere qualsiasi
genere di prove sulla scena di un delitto. Come dichiara la stessa Cornwell, “sono telefilm che hanno cambiato il pubblico, non
sempre in positivo. Di sicuro è più competente, e questo per chi scrive diventa
una sfida. Ma mi è capitato anche di fare dei sopralluoghi con la polizia per
scoprire che i vicini di casa avevano raccolto le prove del delitto
sistemandole nei sacchetti del freezer. Addirittura etichettati, così come si
vede in tv! Con conseguenze nefaste sulle prove e, soprattutto, sui processi”.
E ancora se la prende con i
telespettatori: “Quando sono chiamati a fare i
giurati, pensano che un caso possa essere risolto in un'ora. È pericoloso. È
come chi pensa che Star Trek rifletta il modo in cui funziona l’aviazione. Sono
stata contattata per questo tipo di produzioni, ma non sono tagliata per questo
genere di cose. Quello che mostro nei miei libri è tratto dall’odierna realtà
scientifica. Se cominciassi a usare dei gadget o degli strumenti che non esistono,
i miei lettori si sentirebbero presi in giro”.
I LIBRI IMPERDIBILI
Nel giro di pochi anni la
Cornwell pubblica Oggetti di reato (1991), Quel che rimane
(1992), Insolito e crudele
(1993), La fabbrica dei corpi (1994) e Il cimitero dei senza nome
(1995).
La popolarità di Scarpetta
alimenta senza volerlo la fiducia nei poteri illimitati della Scientifica. I
suoi libri coltivano l’illusione che la scienza sia infallibile e recano una
impronta neo-positivista secondo cui il mondo può essere dominato o comunque
controllato dall’intelletto umano.
Questo è anche il periodo più
brillante della sua carriera. La stagione in cui la regina del “thriller medico
legale” perfeziona e affila i suoi strumenti: suspense, intrecci ben
sviluppati, dettagli dei processi investigativi, una prosa serrata, la voce
narrante di una donna in un ambiente rigidamente maschile, descrizioni
psicologiche mai banali, qua e là qualche sferzata ironica, un ritratto vivido
della middle class e di una metropoli violenta e imprevedibile.
Ad oggi le vette più alte della
saga di Scarpetta sono senza dubbio Quel che rimane e Insolito e
Crudele, con cui vince il Gold Dagger Award. Due pietre miliari che
prendono spunto da veri crimini commessi nella Virginia. Capolavori
insuperabili che non dovrebbero mancare negli scaffali dei patiti del
poliziesco.
E’ una letteratura che va al di
là del semplice ragionamento enigmistico. Una letteratura che descrive la
metropoli come una giungla, come luogo di solitudini inquietanti che sfociano
nella follia. Le vittime sono persone qualunque che hanno la disgrazia di
incontrare un sociopatico. L’assassino è il ragazzo della porta accanto,
spazzato via dall’individualismo degli anni Novanta. La cultura ipercompetitiva
produce la ricerca parossistica del migliore. C’è chi ce la fa, come Scarpetta,
che quotidianamente si scontra con invidie e gelosie dei colleghi. E chi
soccombe, come il serial killer che si sente perdente e compensa la sua
frustrazione uccidendo gli altri.
ESPERIENZA NEL CAMPO
Nell’epoca del fact checking (la verifica a cui vengono
sottoposte le affermazioni dei politici, ad esempio, in Italia ancora poco in
voga), la Washington Academy of Sciences ha da poco inaugurato una sorta di
“bollino” per certificare la plausibilità scientifica delle azioni, delle
investigazioni, delle tecnologie, sempre più complesse, implicate nella
narrativa di genere giallo. Ebbene, la Cornwell è tra le gialliste meglio
documentate e non teme affatto una “prova verità” sul fatto che esista il dato
software, sia verosimile la data arma, possa essere congrua una particolare
morte che vengono raccontate nei suoi libri, perché la stessa Cornwell è una
maniaca del realismo ed una grande esperta della materia. L’accuratezza con
cui descrive il lavoro della dottoressa Scarpetta si accompagna ad una
ricerca sul campo da parte della scrittrice e a una conoscenza diretta di
strumenti forensi e tecnologie informatiche. L’occhio clinico della specialista
si sofferma spesso sui particolari di indagini, strumentazioni e metodi degni
di nota. Alla stesura dei suoi romanzi la Cornwell alterna la consultazione di
esperti di criminologia e di patologia applicata a Quantico, sede dell’Fbi e la
frequentazione di una scuola di investigazione sugli omicidi effettuati a
Baltimora.
Dichiara a proposito: “Preferisco passare il tempo con coloro che risolvono i
crimini piuttosto che con quelli che li commettono.” Lavora in coppia
con un detective della polizia e col maggior antropologo della East Coast, Bill
Bass. Studia la decomposizione dei corpi. Sperimenta gli effetti della morte e
apprende tutte le moderne tecniche della Scientifica. Acquista una collezione
di pistole per capirne il funzionamento. La materia di cui parla la prende
molto sul serio. L’anatomopatologa è ammantata di una sorta di potere
sacerdotale. Un’aurea religiosa. Scarpetta è capace di attingere informazioni
dai cadaveri perché conosce “il linguaggio dei morti”.
La Cornwell incontra alcuni serial killer all’interno del
carcere. Ma ammette che non bisogna lasciarsi coinvolgere troppo. Per dirla con
le sue parole: “se ceni con il diavolo, usa un
cucchiaio con il manico lungo”. E lei ne ha usato uno lunghissimo.
AMORE PER I PERSONAGGI
Ma al di là della plausibilità e
del sapore di verità che si respira nelle sue pagine, qual è il segreto del
successo? Come è nato un fenomeno di dimensione planetaria? Perché tanti
lettori si sono affezionati ai romanzi di Scarpetta?
La Cornwell ama i suoi
personaggi e li conosce come se fossero reali. Lei lo chiama passare
attraverso lo specchio. “Io devo andare dall’altra parte oppure i
personaggi non mi parlano”.
Di qui quell’inconfondibile tocco
femminile nel tono e nell’understatement, le bellissime digressioni sulla vita
dei personaggi, il racconto del loro privato, le note di colore, insomma, tutto
quello che sta “sotto” o “sopra” la scrittura e non sta esattamente in “mezzo”.
Prendiamo ad esempio come, nel
pieno di un’inchiesta, inizia a parlare del passato della protagonista.
“Avevo
sempre desiderato passare inosservata, mescolarmi agli altri, ma ero sfavorita
per svariati motivi. In tutto il paese, erano poche le donne che di professione
facevano il medico legale, il che spingeva i giornalisti a mostrare una tenacia
insolita quando si trattava di puntare una telecamera su di me, oppure cercare
di ottenere una dichiarazione. Mi si riconosceva facilmente perché ho un
aspetto “notevole”, sono “bionda” e “attraente” e Dio sa quali altri
appellativi mi sono stati dati sulla stampa. I miei antenati vengono
dall’Italia settentrionale dove sono molte le persone bionde dagli occhi
azzurri che discendono dai popoli della Savoia, della Svizzera e dell’Austria.”
Per l’autrice di Miami scrivere
rappresenta la possibilità di avere un contatto diretto con le sue creature.
Molti personaggi sono tratti dalla vita reale o ne conservano un’impronta
caratteristica, come accade con Lucy, la nipote omosessuale di Kay. La Cornwell
afferma in una intervista che la creazione letteraria è “come avere una
relazione” con qualcuno. Ogni volta che ritocca i suoi personaggi, dice a se
stessa: “Li metto sulla pagina e loro siedono a
tavola e parlano tra loro, ma io non li sento realmente. Non posso dire quello
che sentono. E’ come se mi stessero tenendo in disparte ed io non lo apprezzo.
Allora li avverto: Attenti! O mi mettete al centro della vostra attenzione o vi
cancello”.
Ad ogni passaggio narrativo, a
ogni spostamento della sua eroina l’autrice si chiede che cosa prova. “Cerco di mettermi dentro Scarpetta”. E
l’identificazione è totale.
Nonostante il suo status di
celebrità, le relazioni più autentiche che ha la Cornwell sono con i
protagonisti dei suoi gialli. La scrittrice si attacca alla bottiglia, sperpera
denaro, si circonda di guardie del corpo, soffre di crisi maniaco-depressive.
Si convince che tutta la gente che le sta attorno è interessata ai suoi soldi.
Scrivere è la sua unica medicina. Il mondo di carta, programmato dalla sua
fervida mente, è il suo migliore rifugio.
LA CRISI CREATIVA
La perfetta simbiosi con
Scarpetta e con l’intero cast improvvisamente si spezza. Nella seconda metà
degli anni ’90 arriva per Patricia un periodo di stanca, di aridità
intellettuale e di involuzione stilistica. Da Causa di morte (1996), Morte
innaturale (1997), Punto di origine (1998), passando per le prove
successive fino a Il fattore Scarpetta (2009) e Autopsia virtuale
(2010) la scrittrice sembra aver smarrito il tocco magico. I romanzi incassano,
grazie al marketing e alla fama indiscussa dell’autrice, ma i lettori più
affezionati cominciano a essere delusi. I meccanismi della trama appaiono
usurati e ripetitivi. I personaggi compiono parabole inverosimili. Scarpetta
diventa antipatica e perde la sua istintiva empatia. Da un punto di vista
stilistico l’utilizzo della terza persona provoca una distanza e una freddezza
che gli appassionati non digeriscono. L’abbandono della prima persona coincide
con la perdita di emotività delle prime prove e l’acquisto di una certa
alterigia. Il nuovo stratagemma linguistico non consente al lettore di
immedesimarsi con la sua eroina.
In parallelo con la deriva letteraria, sul piano privato
la “mamma” di Scarpetta si monta la testa. Repubblicana, amica della famiglia
Bush, eccentrica miliardaria, fa decine di interventi chirurgici per migliorare
l’aspetto, si riempie di botox, passa da un amore omosessuale ad un altro, gira
in Ferrari e vola sul suo elicottero prendendo le distanze dalla gente comune.
Diventa la gallina dalle uova d’oro per la sua nuova casa editrice, la Putnam,
che teme una caduta di vendite quando la Cornwell confessa di essere lesbica.
Ma il matrimonio gay con una psichiatra non intacca di una virgola la crescita
dei profitti editoriali.
Pioniera di una delle più
sofisticate narrazioni popolari, la Cornwell tenta di staccarsi dal suo
personaggio inventando un’altra coppia di detective, Judy Hammer e Andy Brazil,
con Il nido dei calabroni (1997) e Croce del Sud (1999) e
poi il personaggio di Win Garano, con A rischio (2006) e Al buio
(2008), ma non conquista i cuori dei lettori e non ripete il successo di
critica ottenuto con Scarpetta. Fa una marchetta pubblicando un libro di
ricette La cena di Natale: a tavola con Kay Scarpetta (1998). Si
permette una coraggiosa incursione nel reportage di nera con Ritratto di un
assassino: Jack lo Squartatore. Caso chiuso (2002). Ma la sua fama
planetaria resterà legata a Kay Scarpetta. Che ormai è diventato un marchio di
fabbrica e si è ridotto a pura icona.
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